Caterina di Challant

La Valle d'Aosta «pucelle» non contaminata da straniero da secoli, prospera. La legge salica garantisce successioni per via maschile diretta «Filia de dote sua debet esse contenta et nihil petere potest in æreditate paterna».

Tuttavia... Si impongono donne che non si accontentano di crescere figli, dirigere la servitù, armeggiare con spezie e aftumicazione per carni, salamoie, formaggi, verdure per l'inverno. Donne cui non basta filare ascoltando il menestrello cantare languide canzoni d'amore, e graffire sulle pareti del maniero la nostalgia per il loro uomo sempre lontano in guerra o missioni politiche. Francesco, I° conte, sentendosi invecchiare senza tigli maschi, testa in favore delle figlie.

Caterina la primogenita fa sapere, a chi vuol udire, che non intende rinunciare a titolo e teudo. Quando Francesco viene a morte men che trentenne è già vedova del cugino Giovanni. Si assicura l'appoggio, sposandolo, di Pierre d'Introd. E inizia opere di fortificazione dei castelli.

A Caterina viene tolta la patria potestà, ma il suo popolo è con Caterina. Vengano a prendersele le sue figlie se ne hanno il coraggio. La contessa scende a ballare con il popolo nella piazza all'ombra dell'antica abbazia di Saint-Gilles. Sul trono di Savoia è salito il Duca Ludovico, marionetta nelle mani della «donna più bella del secolo», Anna di Cipro.

Si infittiscono le azioni contro «l'usurpatrice». Nel '53 l'intrepida virago valdostana è nuovamente dichiarata «ribelle», il titolo viene ufticialmente passato a Giacomo di Challant. Entrano in azione le colubrine che si producono nei forni valdostani. E la morte in combattimento dello sposo mentre accorre da Challant in suo aiuto, di cui le vien portata notizia, che la fa capitolare "con l'onore delle armi". Implicata in un processo di sortilegio, tipico dei tempi, è rinchiusa in prigione.

Perdonata, nel 1462, «già vecchia» dice il cronista (ha 47 anni) passa a terze nozze. Di nuovo forte e, «manu militari» rioccupa il contado.

Tiene il feudo sino all'estate del '66. Ma questa volta è la fine, non conosciamo neppure la data della sua morte, ma nel libro della storia al femminile s'è ritagliata uno spazio che non sarà mai cancellato.