Giorgio di Challant

In Valle fiorisce il commercio, la produzione agricola è aumentata grazie alla rete di canali irrigui realizzata negli ultimi due secoli, il patrimonio bovino si è raddoppiato con il sistema della messa a frutto "consortile" di pascoli e alpeggi.

La famiglia Challant, dopo generali e vescovi che ne hanno aftermato il potere, annovera un grande umanista, Giorgio, nato nel 1440, nel castello di Aymavilles e destinato alla vita religiosa. Otterrà cariche e prebende ecclesiastiche innumerevoli: sarà canonico ad Aosta e a Lione, curato di varie parrocchie, abate di Pinerolo, prevosto di Verrès, arcidiacono della cattedrale.

Viaggia per tutta Europa, di università in università, è a Roma e ad Ultrecht, parla più lingue, frequenta i cenacoli intellettuali e le corti. Mecenate, alla chiesa di S. Pietro (S.Orso) di cui è priore, dedica energie ed ingenti mezzi: fa costruire il "priorato", ornare il presbiterio con gli stalli, capolavoro insuperato di scultura lignea valdostana, spezza con le volte la fredda verticalità romanica del tempio.

Ama il lusso, possiede cavalli di razza, più di 80 cani; 500 piccioni ed innumerevoli grilli canterini in apposite gabbiette. Ai castelli della casata aggiunge la perla: Issogne, vera dimora principesca, Con arioso cortile ornato della tontana del melograno, loggia attrescata, cappella dal prezioso altare, salotti, grande sala di giustizia, cui pittori di ottimo livello, orafi, tappezzieri e tutta una maestranza di prim'ordine conferiscono sontuositå e pregio. Palazzo degno di ricevere il Re di Francia, di cui si conserva la camera apprestata, e appositamente softittata con i gigli.

Il raffinato priore Giorgio muore nel 1509. La severa divisa dei Challant recita: "Tout est et n'est rien".